Da sempre strumento di monitoraggio dei dati relativi alla guida dei mezzi professionali, il cronotachigrafo è passato dall’analogico al digitale.

Il cronotachigrafo è uno strumento immancabile su due categorie di veicoli professionali ben precise:

  • i mezzi di trasporto la cui massa a pieno carico supera le 3,5 tonnellate;
  • gli autobus che effettuano percorrenze superiori ai 100 km.

Un cronotachigrafo registra in tempo reale tutta quella che è l’attività relativa ai periodi di guida e di riposo dei conducenti dei mezzi professionali esposti nell’elenco sopra, quindi autisti di camion, autisti di autobus da gran turismo etc. allo scopo di registrarne l’attività e permettere un facile controllo delle autorità sullo svolgimento della stessa in linea con le norme legislative. Con annessa registrazione delle velocità di guida.
Insomma, un vero e proprio diario completo di ogni dato possibile e utile allo scopo. Le autorità pubbliche possono facilmente interpellare i dati del cronotachigrafo e valutare gli stessi sotto ogni sfumatura.

Parecchi decenni fa accadeva che, non essendo previsto per legge il montaggio dello strumento sui mezzi professionali, autisti coprissero degli orari di guida estremamente dilatati rispetto a quelli che oggi la legge impone; non vi era talvolta molto rispetto del bilanciamento veglia e sonno, fondamentale per una guida attenta e sicura.
Una volta introdotto questo strumento che registra ogni attività di guida, gli orari di guida iniziarono a essere meglio bilanciati, il tutto a sicuro vantaggio di una guida non effettuata in situazioni di sonnolenza.

Sostanzialmente il corso della storia ha visto due modelli di cronotachigrafo in generale, a prescindere da quelle che possono essere le case costruttrici delle apparecchiature: un modello analogico e un attuale modello digitale.

Cronotachigrafo analogico

Si tratta di uno strumento ancora in uso sui mezzi di vecchia generazione ancora circolanti che prevede l’utilizzo didischetti in cartoncino. Questi dischetti devono essere compilati a mano prima di essere utilizzati e devono contenere:

  • i dati del conducente;
  • la targa del veicolo;
  • la data di utilizzo;
  • l’orario di partenza;
  • il totale dei chilometri percorsi dal mezzo fino a quel momento.

Una volta compilato il dischetto con i dati in elenco di cui sopra, deve essere inserito all’interno dellostrumento di scrittura, posto in un vano apribile situato sul retro del quadro contachilometri.

Durante la marcia unpennino segna sul cartoncino costantemente le velocità del mezzo, i periodi di sosta e di marcia, il tutto scorrendo circolarmente in base all’ora precisa dettata dall’orologio di bordo, anch’esso necessariamente analogico.

Cronotachigrafo digitale

Per i mezzi immatricolati dal gennaio 2006, messi al bando i vecchi strumenti analogici i nuovi mezzi sarebbero stati dotati di cronotachigrafo digitale.

Quali sono le differenze con la vecchia tecnologia? Non sono poche, a partire dal supporto personale dell’autista.

Innanzitutto, un cronotachigrafo digitale non utilizza dischetti di cartoncino ma una tessera digitale simile a una sim card di un telefono cellulare. Lo strumento stesso è un apparecchio elettronico che non dipende più dal contachilometri in senso stretto come i vecchi modelli ma viene collegato alla centralina elettronica del mezzo.

Dalla centralina riceve le informazioni relative alla velocità e ai chilometri percorsi, nonché quelle relative ai periodi di guida e di sosta.
Il cronotachigrafo digitale diventa uno strumento facile e nello stesso tempo affidabile e al riparo da qualsiasi possibile manomissione. D’altronde accadeva con l’analogico e continua ad essere fondamentale anche per il digitale, che l’installazione e il collaudo degli stessi deve essere obbligatoriamente effettuata presso centri autorizzati dalla legge.

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